Le pitture

Le pareti, i dipinti e le scritte

Scritte e dipinti sulle pareti dello Studio di Giuliano Manganello a Montenisa

Particolare della parete e dell'interruttore dello Studio particolare della verniciatura dell'intonaco particolare della verniciatura dell'intonaco e di una presa di orrente

Esempio di come è verniciato l’intero perimetro dello studio: si tratta di una pittura realizzata con una spatola che contiene del gesso e che viene imbevuta di vari colori a seconda dei desideri del verniciatore... Si ottiene così una situazione molto allegra con i muri che diventano parte integrante dell’arredamento.
Dobbiamo anche dire che i muri si sono rivelati anche assai resistenti al tempo, se pensiamo che sono stati realizzati circa trenta anni fa. Nella prima immagine si può vedere anche l’impianto di illuminazione originale, inutilizzato, che ai giorni nostri non è decisamente “a norma"....


particolare del dipinto (l'etnocidio) di Giuliano Manganello

Immagine che vuole simboleggiare l’etnocidio compiuto ai danni della civiltà contadina; la vecchia civiltà è rappresentata da una struttura contadina comprendente il borgo, la casa e la chiesa; su tale struttura, incombente e torreggiante, una struttura amorfa e brutta, ne sta determinando la scomparsa; la persona che volutamente non viene identificata con niente protesta alzando le braccia verso l’alto, come a chiedere l’aiuto di una entità superiore.


'I care' - dipinto eseguito da Giuliano Manganello per la stanza 'lo Studio' di Montenisa

Illustrazione del motto “I CARE” cioè “io me ne occupo” contrario del “me ne frego” fascista: nell’immagine si vede un soldato (simbolo della distruzione) che schiaccia i fiori durante la propria marcia; di fronte a lui c’è tutta una simbologia che rappresenta la borghesia (il benestante, il prete, la signora, ecc.) che assistono a questa distruzione senza intervenire; di contro abbiamo il contadino che è l’unico “che se ne occupa" cioè che ferma la gamba del soldato che schiaccia i fiori.

 

Due pitture eseguite da Giuliano Manganello per la stanza 'lo Studio' a Montenisa

La prima immagine si riferisce ad una appropriazione del discorso francescano “sia lodato per avermi dato la possibilità di DARE e RICEVERE amore; per significare questo discorso si vede una cordata nella quale il personaggio centrale “dà” amore reggendo il personaggio che sta dietro a lui e “riceve” amore dal personaggio che sta sopra di lui e che, in qualche modo, ne facilita la marcia. La seconda immagine si riferisce ad una parte di una poesia di Garcia Lorca e cioè al verso “quando io morirò seppellitemi sotto un albero in fiore”: questa sepoltura – che vuol significare anche gioia per chi vi partecipa - avviene realmente sotto l’albero fiorito dove c’è tanta gente che accompagna il feretro all’ultima dimora.

Il brano della canzone di De Andrè sopra la libreria dello studio

Sulla libreria c'è un brano di una canzone di De André che ci sembrò assai significante: “Uomini, perché all’ultimo minuto non vi assalga il rimorso, ormai tardivo, per non aver pietà giammai avuto e non diventi rantolo il respiro, sappiate che la morte vi sorveglia, gioir nei prati e fra i muri di calce come crescere il gran guarda il villano, finché non sia maturo per la FALCE”.
Tutto il discorso è centrato sulla necessità che ha l’uomo di non aspettare l’ultimo minuto prima di ravvedersi dei propri peccati, primo dei quali – a detta dell’autore – la mancanza di pietà nei confronti degli altri.

Pittura naif eseguita a due mani da Giuliano e da Dante per lo studio

vano della finestra contenente un “tentativo” di pittura naif. La realizzazione merita due parole di spiegazione: Dante, l’amico e muratore che aveva realizzato le tante opere murarie della casa, vedendo tutte quelle pitture ebbe una delle sue uscite “e io chi sono per non poter pitturare qualcosa??” e si mise a realizzare un muso di un animale. Nessuno di noi ebbe il coraggio di fermarlo e così l’opera di Dante proseguì fino alla quasi completa realizzazione del muso del leone. Solo dopo arrivarono i problemi e cominciammo a pensare a come uscire dall’impasse: cancellare tutto a rischio di far rimanere male l’amico Dante oppure cercare di rabberciare in qualche modo lo spazio murario. Giuliano Manganello, che era forse il più sensibile di tutti noi, optò per questa seconda ipotesi e si mise di lena per sistemare il muso della fiera e per costruire attorno la vegetazione e quant’altro si vede nel quadro; il tutto in puro stile “naif” e con un risultato decisamente accettabile, soprattutto se si considera la base di partenza.

Pittura bucolia eseguita da Anna RitaPittura bucolia eseguita da Anna RitaPittura bucolia eseguita da Anna Rita

Quadro “bucolico” collocato sopra il “divano” e due pitture di genere “floreale”. Tutti questi dipinti furono realizzati da Anna Rita, moglie di Giuliano Manganello: definirli “piacevoli” è il minimo che si possa dire.

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